La Acronis Inc. (famosa multinazionale che produce software e servizi di backup) in occasione del “World Backup Day” (la giornata mondiale del backup) ha fatto un’indagine sull’uso dei servizi di backup e i risultati sono stati sorprendenti.
Prima di tutto, però, vogliamo ricordare cos’è un backup. Il termine backup, nella sicurezza informatica, indica un processo di disaster recovery ossia la messa in sicurezza delle informazioni di un sistema informatico (o un semplice computer) attraverso la creazione di una o più copie dei dischi, da utilizzare come ripristino nel caso di perdita accidentale o intenzionale dei dati.
I dati dell’indagine sono, come detto prima, sbalorditivi. Infatti, tra i dati dell’indagine, si legge che il 91% dei privati e il 90% dei professionisti eseguono il backup almeno una volta l’anno. Tuttavia, la frequenza dei backup e il metodo di archiviazione di questi ultimi sono entrambi preoccupanti. Il più grande segmento di individui ha riferito di eseguire il backup una o due volte al mese (33%) mentre il più grande segmento di organizzazioni aziendali ha riferito di eseguire il backup settimanalmente (28%).
Nell’ambito dell’archiviazione Il 52% dei privati e il 24% dei professionisti eseguono il backup su dispositivi di archiviazione esterni o su partizioni del disco rigido separate, il 31% dei privati e il 36% dei professionisti eseguono il backup nel cloud, il 20% dei professionisti replica i dati in altri data center e il 17% dei privati e il 20% dei professionisti eseguono il backup su una combinazione di cloud e destinazioni locali.
Naturalmente, ignorare le migliori pratiche è problematico. Oltre i due terzi dei privati (68%) hanno riferito di aver perso dati o dispositivi, insieme al 43% dei professionisti; con i backup non eseguiti abbastanza frequentemente, uno qualsiasi di questi eventi di perdita di dati potrebbe comportare la sottrazione di giorni di lavoro.